Sam Altman, l’insediamento di Trump e il Manifesto per il futuro dell’umanità
Per Sam Altman, founder di OpenAI, l’intelligenza artificiale è la chiave per un futuro migliore, se l’uomo sarà in grado di gestirla.
Elon Musk non è l’unico protagonista della rivoluzione tecnologica legata all’intelligenza artificiale e non è neppure l’unico ad avere appoggiato Donald Trump nella sua corsa alla Casa Bianca.
Un nome altrettanto importante, anche se non si tratta di un uomo altrettanto ricco, è quello di Sam Altman, fondatore di OpenAI, società che ha creato ChatGPT.
Altman è tra coloro che ha fatto donazioni importanti, a titolo personale, per finanziare la cerimonia di insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, dichiarando che «Trump guiderà il nostro Paese nell'era dell'intelligenza artificiale e sono ansioso di supportare i suoi sforzi per garantire che l'America rimanga all'avanguardia». Oltre alla sua sono giunte anche le donazioni di Meta e Amazon, senza considerare il contributo ben più consistente di Elon Musk.
La Silicon Valley sembra essere tutta dalla parte di Trump, non è chiaro se per la convenienza pratica di appoggiare, comunque e in ogni caso, il presidente neoeletto o se perché sperano che la destra sia meno garantista della sinistra e favorevole ad un’apertura massima all’intelligenza artificiale, senza troppe restrizioni.
Due senatori americani, Elizabeth Warren e Michael Bennet, preoccupati di quanto sta accadendo, hanno inviato missive alle aziende manifestando il timore che i contributi, più che atti di generosità, possano essere finalizzati ad ottenere trattamenti di favore o evitare regolamentazioni troppo restrittive a beneficio dei donanti.
Certo è che Sam Altman è uno dei principali sostenitori dell’intelligenza artificiale più spinta, tanto che Elon Musk ha fatto causa ad OpenAI, accusandola di avere tradito il suo spirito originale di ente no profit e di avere in serbo embrioni di forme di intelligenza artificiale generale, che tanto spaventa.
Il Manifesto dell’Era dell’intelligenza artificiale di Sam Altman
Dal canto suo Altman risponde con un vero e proprio Manifesto dell’Era dell’intelligenza artificiale che si apre con una visione dirompente e con l’affermazione che siamo all’alba di un’era in cui l’intelligenza artificiale aprirà possibilità che i nostri antenati avrebbero considerato magia.
Questo concetto, centrale nella sua prospettiva, si basa su una visione della storia umana per cui ogni progresso significativo è stato guidato dall’innovazione tecnologica. Dalla ruota all’elettricità, dalla stampa a Internet, l’umanità ha costruito il proprio futuro sulla capacità di ampliare i confini del possibile.
L’intelligenza artificiale, adesso, accelererà in modo ancora più significativo questo cambiamento e aprirà un’epoca sorprendente. L’AI è il risultato di una crescente "intelligenza infrastrutturale", costruita sulle scoperte e i progressi delle generazioni passate, ma scardinerà molte credenze e sarà in grado di trovare soluzioni a problemi oggi ritenuti insormontabili.
Il cuore del manifesto è la convinzione che l’intelligenza artificiale sia la chiave per un futuro migliore, grazie al deep learning che ha rivoluzionato la capacità di analizzare dati complessi, diventando un alleato importante per l’essere umano.
Dalla sanità personalizzata all’istruzione su misura, fino alla creazione di software capaci di rispondere alle esigenze più specifiche, Altman immagina un mondo in cui l’intelligenza artificiale permetterà all’umanità di affrontare sfide globali e di migliorare la qualità della vita, consentendo di raggiungere anche una prosperità condivisa.
In questo contesto l’essere umano ha un ruolo molto importante, perché deve assumersi una forte responsabilità per evitare che la tecnologia diventi motivo di conflitti e che i mezzi necessari al suo sviluppo, come l’energia e la potenza di calcolo, creino disuguaglianze o aprano, addirittura, scenari di guerra.
Insomma, il futuro sarà radioso a condizione che l’uomo sia in grado di gestire saggiamente la tecnologia e di gettare solide fondamenta per il suo sviluppo.
Pur apprezzando l’ottimismo, certo non disinteressato, probabilmente non c’era bisogno che si scomodasse Sam Altman per questo tipo di riflessioni che sono sotto gli occhi di tutti e non certo da adesso.
Resta da augurarsi che di questo manifesto il sig. Altman faccia virtù e che sfrutti la sua influenza e il suo potere di mercato per fare esattamente quello che dice, usare l’intelligenza artificiale per il bene dell’umanità mettendolo al di sopra del proprio interesse economico e personale. Speriamo ci creda davvero, in fondo gli americani di questo si vantano, di fare business per migliorare la vita di tutti.
Questa sarebbe davvero una rivoluzione straordinaria.
Grazie del post, ma se mi permettte, fa sorridere amaramente: non sembrano dichiarazioni tanto diverse da quelle dei politici nostrani.