Geopolitica dell’intelligenza artificiale di Alessandro Aresu
Questo libro corposo, edito da Feltrinelli, è uno dei lavori più completi e interessanti sull’intelligenza artificiale che siano stati pubblicati in Italia.
Questo libro corposo, edito da Feltrinelli, è uno dei lavori più completi e interessanti sull’intelligenza artificiale che siano stati pubblicati in Italia.
Il titolo è intrigante, ma il contenuto lo è ancora di più, grazie alla penna di Alessandro Aresu, esperto di geopolitica, consigliere scientifico di Limes e di diverse istituzioni, che ci guida in un viaggio nella tecnologia condotti per mano da tanti Virgilio incarnati dai protagonisti di questa rivoluzione scientifica, primo tra tutti Jensen Huang, fondatore di NVIDIA, diventata una delle più importanti società al mondo e su cui pochi avrebbero scommesso.
È lui, il ragazzo con il giubbotto di pelle, che iniziando a lavorare, da immigrato, come cameriere in un ristorante americano crede nei videogiochi e si rende conto di quanto importante possa essere questo mercato.
A interessarlo sono le schede grafiche per migliorare la risoluzione video, ma anche la capacità di potenza e il calcolo parallelo. Da qui deriva l’intuizione che le CPU tradizionali non sono abbastanza efficienti per generare immagini di alta qualità, per cui occorre andare oltre.
Introduce così le GPU, Graphics Processing Unit, processori progettati per elaborare rapidamente grandi quantità di dati paralleli, per la grafica e i video, ma essenziali anche per eseguire calcoli matematici complessi. Oggi le GPU sono utilizzate in molti ambiti e in particolare per l'intelligenza artificiale, il machine learning, il mining delle criptovalute. Ecco che arriva il successo di NVIDIA.
L’autore evidenza come, non solo in questo caso, i protagonisti delle più importanti innovazioni sono spesso immigrati che lasciano il proprio paese per andare in luoghi che possano accoglierli e fornire loro il terreno fertile per fare germogliare le proprie idee, primo tra tutti gli Stati Uniti.
Essere appetibili per la ricerca è uno degli aspetti fondamentali se si vuole continuare ad essere protagonisti, ma non basta.
Per quanto attiene le tecnologie, l’Europa non è più attrattiva da nessun punto di vista, non ha le infrastrutture, mancano gli investimenti, non ha un sistema di accoglienza per gli immigrati, ma anzi mette i propri talenti in condizione di espatriare. L’unica “forza” che utilizza è la regolamentazione che, non solo non è abbastanza, ma può addirittura essere nociva.
Sul ruolo dell’Europa Aresu è tranciante:
«Quale volete che sia? Siamo morti che camminano. Per darci un tono ci definiamo sonnamboli. Il divario rispetto agli Stati Uniti era vasto dieci anni fa, è cresciuto e non c’è alcuna ragione per pensare che non aumenti ancora».
L’immaginazione, il sogno, la forza di credere in qualcosa di impossibile è quello che muove il progresso che si orienta verso quegli stati che sono pronti ad accoglierlo.
Gli stessi Stati Uniti che in nome della sicurezza nazionale ostacolano i rapporti con la Cina, impedendo l’ingresso di tecnologie straniere, potrebbero perdere occasioni importanti, perché anch’essi hanno bisogno di semiconduttori, silicio e GPU come noi umani abbiamo bisogno dell’aria che respiriamo.
La geopolitica dell’intelligenza artificiale sta creando nuovi assetti che il libro identifica e illustra molto bene, offrendo una visione chiara e basata sui numeri del mondo che abbiamo di fronte. Oltre a condurci in un’atmosfera di sogni realizzati, il testo è arricchito con note di approfondimento e con una cronologia essenziale per comprendere il rapido sviluppo delle tecnologie di cui si occupa e il susseguirsi sulla scena dei diversi protagonisti.
Nonostante l’argomento trattato, il libro si legge come un romanzo attraverso le storie dei vari personaggi. Jensen Haung non è l’unico e tra i tanti c’è anche un italiano, Angelo Dalle Molle, imprenditore e visionario, che dopo avere inventato il liquore Cynar negli anni Cinquanta, si dedicò all’intelligenza artificiale e finanziò, in tempi non sospetti, la produzione di auto elettriche. In Svizzera esiste ancora la fondazione che porta il suo nome e che promuove la ricerca scientifica in aree innovative come l'interazione uomo-macchina e le tecnologie avanzate. L'IDSIA, Istituto Dalle Molle di Studi sull'Intelligenza Artificiale, è uno dei principali centri di ricerca nel campo del machine learning.
Dietro ogni spinta innovativa c’è spesso il gioco, perché il gioco appartiene alla natura umana, non è un passatempo per svogliati, ma un modo efficiente per apprendere, fare strategie, esprimersi. L’uomo è attratto dal gioco che comprende molto più delle leggi tradizionali, pur essendo esso stesso fatto di regole rigide che ogni partecipante rispetta senza bisogno di applicare sanzioni.
Questo spirito ludico, che è la scintilla creativa di ogni invenzione, deve essere incentivato e supportato perché possa esprimersi nel modo migliore, non represso da divieti o impedimenti che deprimono la ricerca scientifica e ogni forma di sviluppo.
Favorire l’innovazione non significa certo farla debordare nell’anarchia o nell’immoralità, per cui certamente sono importanti forme di controllo, che possono essere anche indirette o interne ai gruppi dei partecipanti.
Non mancano poi le voci di chi si dice preoccupato, come Geoffrey Hinton, Nobel per la Fisica 2024 o Ilya Sutskever, co-fondatore di OpenAI, del possibile predominio delle intelligenze artificiali, che diventeranno più intelligenti degli esseri umani, rischio a cui si può fare fronte se vengono programmate e addestrate correttamente.
Certo non è consolatoria la visione di Ilya, espressa nel documentario iHuman di una terra vista come una distesa di data center, ma tutto questo merita di essere guardato, ipotizzato, studiato per potere riflettere sulla realtà che abbiamo intorno e di cui spesso ignoriamo l’esistenza.
È importante per ragioni storiche, economiche, politiche, ma soprattutto per comprendere quale possa essere il ruolo dell’uomo in un futuro in cui ci saranno macchine potenti che dovranno essere manutenute e alimentate e che, se da un lato, ci aiuteranno nella nostra quotidianità, dall’altro dovranno essere gestite e dominate dall’uomo, non, auspicabilmente, viceversa.
Vorrei che questa rubrica diventasse un luogo di confronto e condivisione di suggerimenti su libri, articoli, pubblicazioni, newsletter e non solo.
Hai qualche consiglio da condividere?
Libro interessantissimo 👍 l’Europa purtroppo è indietro anni luce da Cina e Usa sull’IA . A pesare sono i pochi investimenti e la scarsa coordinazione tra i paesi UE
Non ho letto il volume (lo cercherò in libreria) però da quello che leggo nell’articolo ho due domande:
1. L’autore confronta il suo punto di vista con quello di altri studiosi che invece ritengono che l’UE eserciti efficacemente il proprio potere geopolitico tramite il cd Brussels Effect?
2. Oltre alla componente critica, il volume offre anche delle proposte per far sì che l’UE si rilanci sullo scenario geopolitico?