Il Copyright Office degli Stati Uniti ha pubblicato le nuove Linee Guida in cui ribadisce la sua posizione nei confronti delle opere generate dall’intelligenza artificiale.
Condivido le vostre riflessioni. Al momento l'AI resta uno strumento avanzatissimo ma pur sempre uno strumento. Anche in ambitious ingegneristico ouo' programmare meglio di un essere umano ma chi "ordina" cosa fare è sempre un cervello umano. Per alcune presentazioni ho generato delle immagini usando copilot e vi posso dire che ho usato talmente male il prompt che non rappresentavano quello che avevo in mente ma alla fine mi son stufata e ho preso le meno peggio.
"Qualsiasi mezzo interferisce con il risultato dell’artista, anche lo scalpello, la tempera o il pennello, l’intelligenza artificiale lo fa di più e in modo diverso, ma al timone c’è sempre l'uomo". Penso che questo sia il punto determinante. Il processo lo inizia un uomo che commissiona un lavoro e poi ne giudica l'esito. Banalizzo, con un: mi piace, non mi piace. Quando l'algoritmo deciderà da solo di scrivere qualcosa e alla fine della scrittura decidere se va bene o meno allora sarà un uomo e varranno tutti i diritti degli umani. fino ad allora il copyright va dato all'uomo che decide di richiederlo per quel lavoro, qualsiasi sia lo "strumento" con cui quel lavoro sia stato realizzato. È l'uomo che decide cosa fare e valuta se, alla fine, sia corrispondente o meno alla sua idea. Direbbe qualcuno: ci mette la faccia. E, la faccia mi pare che sino ad ora l'AI non la possa mettere e non abbia proprio idea di che cosa possa significare. L'algoritmo risolve il problema proposto con i miliardi di informazioni che ha punto e basta, il suo lavoro è risolto, altra cosa è poi, mettere la faccia su quel lavoro. Spero di aver reso comprensibile quel che penso.
Condivido le vostre riflessioni. Al momento l'AI resta uno strumento avanzatissimo ma pur sempre uno strumento. Anche in ambitious ingegneristico ouo' programmare meglio di un essere umano ma chi "ordina" cosa fare è sempre un cervello umano. Per alcune presentazioni ho generato delle immagini usando copilot e vi posso dire che ho usato talmente male il prompt che non rappresentavano quello che avevo in mente ma alla fine mi son stufata e ho preso le meno peggio.
Grazie Federica
Grazie per questi spunti! Sto leggendo geopolitica dell' AI ed è davvero interessante!
"Qualsiasi mezzo interferisce con il risultato dell’artista, anche lo scalpello, la tempera o il pennello, l’intelligenza artificiale lo fa di più e in modo diverso, ma al timone c’è sempre l'uomo". Penso che questo sia il punto determinante. Il processo lo inizia un uomo che commissiona un lavoro e poi ne giudica l'esito. Banalizzo, con un: mi piace, non mi piace. Quando l'algoritmo deciderà da solo di scrivere qualcosa e alla fine della scrittura decidere se va bene o meno allora sarà un uomo e varranno tutti i diritti degli umani. fino ad allora il copyright va dato all'uomo che decide di richiederlo per quel lavoro, qualsiasi sia lo "strumento" con cui quel lavoro sia stato realizzato. È l'uomo che decide cosa fare e valuta se, alla fine, sia corrispondente o meno alla sua idea. Direbbe qualcuno: ci mette la faccia. E, la faccia mi pare che sino ad ora l'AI non la possa mettere e non abbia proprio idea di che cosa possa significare. L'algoritmo risolve il problema proposto con i miliardi di informazioni che ha punto e basta, il suo lavoro è risolto, altra cosa è poi, mettere la faccia su quel lavoro. Spero di aver reso comprensibile quel che penso.
Che bella riflessione Giovanni! Grazie
Grazie a Lei che ce le consente, con un gran lavoro.