Il Nemico, l’ultimo libro di Stefano Feltri
Il prossimo 10 Giugno uscirà il nuovo libro di Stefano Feltri, che ripercorre la storia di Elon Musk come imprenditore e come uomo che vede nella democrazia un limite ai suoi affari.
Il prossimo 10 Giugno uscirà il nuovo libro che
, Edizioni UTET, ha incentrato sulla figura di Elon Musk e intitolato, provocatoriamente ma non troppo, Il Nemico, Elon Musk e l’assalto del tecnocapitalismo alla democrazia.Si tratta di un lavoro che ripercorre la storia di Musk non solo come imprenditore ma come l’uomo che non si ferma davanti a niente e che vede nella democrazia un limite ai suoi affari e all’attuazione della sua visione del mondo.
Come si legge nella prefazione:
«Questo non è soltanto un libro su Elon Musk. È un libro su una nuova specie di capitalisti che considerano la democrazia un ostacolo alla realizzazione dei loro piani. Non vogliono soltanto diventare più ricchi, lo sono già. Vogliono il potere di riscrivere le regole, rifondare la civiltà a loro immagine e somiglianza».
In queste parole c’è la sintesi, non solo del lavoro di Feltri, ma del periodo che stiamo vivendo.
Zeynep Tufekci, sociologa che studia i rapporti tra società e tecnologia, ha scritto un articolo sul New York Times, ripreso anche da Internazionale, in cui racconta dello strano comportamento di Grok, il sistema di intelligenza artificiale di Elon Musk, che sembra a dir poco condizionato dalle opinioni e dalla volontà del suo proprietario.
Su X, ex Twitter, facente parte del gruppo xAI che include anche Grok, tutte società di Musk, alcuni giorni fa è stato pubblicato un tweet in cui si denunciava l’uccisione di contadini bianchi in Sudafrica da parte di uomini di colore, notizia che Musk ha a sua volta ripubblicato e amplificato, ma che pare non sia vera.
Interrogato sull’accaduto, Grok in un primo momento ha risposto che in realtà i casi di omicidio nei confronti dei bianchi erano addirittura diminuiti e che il dato poteva essere falso, ma dopo qualche giorno ha cominciato a dare risposte diverse, affermando che gli era stato insegnato di accettare il genocidio dei bianchi in Sudafrica come un dato di realtà.
Evidentemente qualcuno era intervenuto nel sistema per fargli cambiare opinione, così come qualcuno ha fatto in modo che ignorasse tutte le fonti che parlavano di Elon Musk o Donald Trump in merito alla disinformazione, stando al risultato delle ricerche di un esperto di intelligenza artificiale di nome Wyatt Walls.
Questo caso, di cui ho avuto modo di parlare insieme a Stefano Feltri in una diretta su Substack, dice molto sul potere che può esercitare un uomo che ha in mano le leve della tecnologia più impattante.
Non dimentichiamoci che Elon Musk non possiede solo xAI, e quindi Twitter e Grok, ma anche società del calibro di Tesla, Starlink e Neuralink, oltre che SpaceX.
Starlink produce satelliti e gioca un ruolo fondamentale non solo nelle comunicazioni ma anche nelle guerre, come è accaduto in Ukraina, Neuralink progetta chip che possono essere impiantati nel cervello per potenziare le capacità cerebrali, mentre SpaceX si propone di portarci su Marte. Direi che non sono progetti da poco.
Se si considera tutto questo, Elon Musk può essere davvero «la minaccia più seria all’interesse nazionale di ogni paese, Stati Uniti inclusi. Perché usa soldi, piattaforme digitali e conflitti di interesse per piegare la democrazia alle sue esigenze».
Il Nemico ripercorre alcune delle vicende più rilevanti della storia di Musk, partendo dall’ultimo fatto che lo ha reso noto anche ai pochi che non lo conoscevano, l’elezione di Donald Trump.
Secondo Stefano Feltri, Musk ha un suo progetto politico che mira a portare al potere di partiti di estrema destra, presentandosi come l’investitore e il sostenitore che può davvero fare la differenza per loro, sia con il potere del denaro che con quello dei suoi media. Diventa quindi fondamentale controllare gli elettori e veicolare il loro consenso, cosa che può agilmente fare attraverso X e Grok, che egli stesso ha definito come il sistema di intelligenza artificiale più intelligente al mondo e che cresce a ritmi sbalorditivi.
Il suo sostegno non è solo per Trump, ma anche per Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra tedesco e per le frange più estreme, razziste e violente della politica inglese. Nel Regno Unito è in corso di approvazione una legge che costringerebbe le piattaforme ad aumentare la moderazione dei contenuti, cosa che Musk non vuole fare, avendola sostanzialmente azzerata a favore del diffondere delle proprie idee.
Musk ha comprato Twitter, rinominandolo X, pagandolo una cifra folle e molti hanno creduto fosse solo il capriccio di un miliardario annoiato, in realtà dietro c’era un piano preciso. Con X ha cominciato a lanciare messaggi a sostegno della libertà di parola, riammettendo sulla piattaforma persone che ne erano state escluse, presentandosi come paladino a difesa dell’umanità, quando in realtà difende solo i suoi interessi.
La libertà di parola non ha lo stesso peso se quel diritto viene esercitato da uno sconosciuto cittadino o dal proprietario della piattaforma che ha il potere tecnico ed economico di dare un’eco mondiale a ogni suo pensiero.
Come si legge nel libro «Musk ha preso la repubblica di Twitter e l’ha trasformata nell’impero di X».
Chi controlla i dati, e quindi l’informazione e gli algoritmi, può governare anche senza essere eletto.
Il sogno di Elon Musk, e forse anche quello di Donald Trump, è quello di sostituire la burocrazia con agenti di intelligenza artificiale che possano svolgere i compiti prima assegnati agli umani, senza dovere subire il fastidio delle rivendiche sindacali o doversi preoccupare della loro salute e degli aumenti dei salari.
Anche senza giungere a immaginare un mondo distopico, basta guardare i fatti recenti per rendersi conto che qualcosa di preoccupante sta accadendo davvero.
Elon Musk non è l’unico tecnocrate e minacciare la democrazia, ma sicuramente è quello con maggiore visibilità e il più audace, per cui cercare di arginare la sua mira espansionistica è una necessità. In parte c’è riuscito il Brasile con il giudice De Moreas, che lo ha obbligato ad adeguarsi alle leggi locali nonostante la sua riluttanza, ma potrebbe farcela anche l’Europa come ha dimostrato la Francia facendo scendere a miti consigli Pavel Durov, proprietario di Telegram che si rifiutava di fornire informazioni all’autorità giudiziaria nel corso di un’indagine di pedopornografia.
Tutto dipende da cosa vogliamo davvero, se preferiamo allearci con il peggiore nemico che abbiamo, perché tanto non contiamo niente, o se intendiamo affermarci come società civile al di sopra dello strapotere del denaro.
Mattarella sembra di questo secondo avviso, Giorgia Meloni molto meno.
Una buona lettura estiva potrebbe essere d’aiuto. Il nemico è già disponibile in prevendita su Amazon.
Non si tratta di essere prevenuti e tanto meno di una propaganda di odio, nessuno odia nessuno. Si tratta di mettere in fila i dati e fare un'analisi, giusta o sbagliata che sia. Elon Musk ha indubbie capacità imprenditoriali, certamente, come usa queste sue capacità a volte fa preoccupare e tenere gli occhi aperti penso sia sempre importante
Propaganda di odio