Come gli Stati regolamentano l’AI al di fuori dell’Europa: il Giappone
L’approccio del Giappone nel regolamentare l'intelligenza artificiale si basa, oltre che su leggi esistenti, su un set di linee guida etiche volte a costruire un ecosistema affidabile per l'AI.
La Normativa sull’Intelligenza Artificiale In Giappone. Un modello di equilibrio tra innovazione e responsabilità
Il Giappone si distingue come uno dei Paesi che ha messo in atto una combinazione di iniziative nazionali e dialoghi internazionali, per la promozione di un utilizzo etico e sicuro dell’intelligenza artificiale, che rappresenta una delle frontiere più significative dello sviluppo del paese.

Il contesto normativo giapponese sull’IA
Attualmente, il Giappone non dispone di una normativa specifica con forza coercitiva per disciplinare l’intelligenza artificiale.
L’approccio adottato si basa prevalentemente sull’autoregolamentazione con uno slancio progressista e inclusivo, focalizzato sulla creazione di un quadro normativo capace di bilanciare lo sviluppo tecnologico con la tutela dei diritti fondamentali.
Già nel 2019, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI) ha introdotto un primo set di linee guida etiche per lo sviluppo e l’implementazione dell’AI, incentrato su principi di trasparenza, sicurezza e rispetto della privacy.
Queste linee guida sono state rafforzate attraverso il documento “Governance Principles for the Social Implementation of AI”, che mira a costruire un ecosistema affidabile per l’AI. Il testo sottolinea la necessità di considerare non solo gli aspetti legali, ma anche quelli etici e sociali, e promuove la cooperazione tra pubblico e privato per lo sviluppo di standard condivisi.
Le Linee Guida per la Governance dell’IA
Le linee guida sulla governance dell’intelligenza artificiale si fondano su un approccio di soft law, che non prevede obblighi giuridici vincolanti ma offre raccomandazioni pratiche e principi per un utilizzo responsabile dell’AI. Tale approccio mira a bilanciare i vantaggi economici e sociali dell’AI con i rischi etici, promuovendo un ambiente favorevole all’innovazione senza compromettere i diritti fondamentali e la sicurezza.
Tra i principi chiave:
Favorire un approccio umano-centrico: l’AI deve essere progettata e utilizzata per migliorare la qualità della vita umana, rispettando i diritti fondamentali.
Incrementare l’istruzione: promuovere la comprensione e le competenze legate all’AI per consentire un utilizzo consapevole da parte dei cittadini.
Proteggere la privacy: garantire che i dati personali siano raccolti, archiviati e utilizzati in modo sicuro e conforme ai diritti individuali.
Garantire la sicurezza: prevenire rischi e danni derivanti dall’uso improprio dell’AI, assicurando un ambiente tecnologico sicuro.
Assicurare la concorrenza leale: promuovere un mercato competitivo ed evitare pratiche anticoncorrenziali o monopolistiche.
Promuovere equità, responsabilità e trasparenza: rendere il funzionamento dell’AI chiaro e accessibile, assicurando che i responsabili del suo sviluppo e utilizzo siano consapevoli delle proprie responsabilità.
Diffondere l’innovazione: sostenere lo sviluppo tecnologico per stimolare il progresso economico e sociale.
Ciò premesso, alcune leggi esistenti, come la Legge sul diritto d’autore e la Legge sulla prevenzione della concorrenza sleale, assumono un ruolo cruciale nel disciplinare aspetti specifici delle attività legate all’AI.
La Legge sul diritto d’autore
La novella al diritto d’autore giapponese rappresenta un importante passo avanti nel promuovere l’uso dell’intelligenza artificiale, collocando il Giappone tra i Paesi più aperti al suo sviluppo.
Grazie alla revisione della Copyright Law of Japan, l’art. 30-4 dispone che:
«è consentito l’uso e lo sfruttamento di un’opera protetta dal diritto d’autore, in qualsiasi modo e nella misura ritenuta necessaria, salvo che ciò crei un danno ingiusto agli interessi dell’autore […] se (i) l’azione viene effettuata per testare o mettere in pratica una tecnologia connessa alla registrazione di suoni, immagini di un’opera o ad altri tipi di sfruttamento; (ii) se viene utilizzata per l’analisi dei dati (vale a dire l'estrazione, il confronto, la classificazione o altre analisi statistiche della lingua, dei suoni, delle immagini o di altri dati elementari di un gran numero di opere o di un grande volume di altri dati di questo tipo; (iii) se è sfruttata nel corso dell'elaborazione di dati informatici o altrimenti sfruttata in un modo che non implica che ciò che è espresso nell'opera sia percepito dai sensi umani (per le opere di programmazione informatica, tale sfruttamento esclude l'esecuzione dell'opera su un computer), al di là di quanto stabilito nei due punti precedenti».
La disposizione non fornisce, però, una definizione chiara di cosa costituisca un “danno ingiusto”, lasciando ampi margini interpretativi. Questa normativa ha l’effetto di favorire lo sviluppo dell’AI, garantendo un accesso più libero ai dati necessari per l’addestramento e l’elaborazione di algoritmi complessi.
Al contempo, rimane da monitorare come verrà applicata l’eccezione del danno ingiusto, dato il potenziale impatto su autori e titolari dei diritti.
La Legge sulla prevenzione della concorrenza sleale
Un altro pilastro normativo per la regolamentazione indiretta dell’AI in Giappone è l’Unfair Competition Prevention Act (UCPA), che promuove un bilanciamento tra innovazione e tutela degli interessi economici.
Per il settore dell’intelligenza artificiale, l’UCPA consente alle aziende di proteggere i dati e gli algoritmi utilizzati per addestrare i sistemi di AI da pratiche di imitazione o sfruttamento ingiusto. Inoltre, la normativa incentiva la competizione leale, incoraggiando lo sviluppo di soluzioni innovative senza il timore di appropriazioni indebite o pratiche commerciali scorrette, e ciò risulta cruciale in un’epoca in cui il valore economico dei dati e delle tecnologie di AI è in continua crescita.
Tuttavia, le normative sul diritto d’autore e sulla concorrenza sleale, per quanto utili, lasciano margini di incertezza in materia di responsabilità e diritti sugli output generati.
Dialogo internazionale e standardizzazione
Il Giappone ha recentemente proposto l’istituzione di un nuovo quadro di dialogo internazionale sulla regolamentazione dell’AI, evidenziando l’importanza di una cooperazione globale per affrontare sfide comuni.
Il governo intende utilizzare la propria esperienza come piattaforma per sviluppare un modello di riferimento che possa essere adattato ad altri Paesi, promuovendo una regolamentazione armonizzata e la condivisione delle best practice a partecipazione attiva del Giappone in forum internazionali, come il G7 e l’OCSE, al fine di influenzare le discussioni globali su questioni come la trasparenza degli algoritmi, la protezione dei dati personali e la responsabilità delle decisioni automatizzate.
Implicazioni per il futuro
Il Paese ha un’opportunità unica di posizionarsi come leader nella governance etica dell’AI, sfruttando il proprio approccio equilibrato per attrarre investimenti e talenti. Le aziende giapponesi stanno svolgendo un ruolo cruciale nello sviluppo e nella diffusione dell’AI. Queste imprese collaborano attivamente con il governo per implementare soluzioni tecnologiche che rispettino i principi di sicurezza ed etica.
Parallelamente, le università giapponesi si distinguono per la loro eccellenza nella ricerca, con iniziative volte a formare una nuova generazione di esperti capaci di coniugare competenze tecniche e sensibilità giuridica. L’Università di Tokyo, ad esempio, è leader in progetti interdisciplinari che uniscono diritto, tecnologia e scienze sociali.
Guardando avanti, il Giappone sta lavorando per integrare i principi di sostenibilità e inclusività nella regolamentazione dell’AI.
L’obiettivo è creare un ecosistema tecnologico che non solo favorisca la crescita economica, ma contribuisca anche al benessere sociale e ambientale. Un altro aspetto cruciale sarà l’adozione di un approccio “adattivo” alla regolamentazione, che permetta di evolversi rapidamente per tenere il passo con le innovazioni tecnologiche.
Regolamentazioni a confronto: Europa e Giappone
Grazie per aver letto LISP!
In questa rubrica Non Solo AI ACT analizzeremo e confronteremo i principali approcci che gli Stati stanno adottando per bilanciare i vari interessi in gioco: tutelare i diritti e incentivare l’innovazione. Ringrazio l’Avv. Carlo Callea per il lavoro di ricerca e approfondimento.