10 rivoluzioni nell’economia globale che l’Italia si sta perdendo: il nuovo libro di Stefano Feltri
Feltri ci mostra quali sono le grandi trasformazioni che stanno cambiando il panorama economico mondiale ma di cui in Italia non si parla, fornendo strumenti utili per iniziare a comprenderle.
Stefano Feltri è uno dei giornalisti più attenti che abbiamo in Italia e, tra le tante qualità, ha quella di mantenere uno sguardo lucido sui fenomeni che analizza, libero da filtri ideologici.
Nel suo ultimo libro, «10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo)», UTET Edizioni, dati alla mano, ci mostra quali sono le grandi trasformazioni in atto che stanno cambiando il panorama economico mondiale e, in parallelo, evidenzia come vengono vissute da noi, in quale mondo sono percepite, presentate e affrontate.
Guardare oltre il nostro salotto
La tendenza che abbiamo in Italia, ma spesso anche in Europa, è quella di porci al centro del mondo e di guardare tutto dal nostro modesto salotto, senza renderci davvero conto di cosa sta succedendo intorno a noi e di quanto piccolo sia il nostro paese, e non sono dal punto di vista geografico.
Nessuno nega l’importanza della nostra cultura, del patrimonio artistico e enogastronomico, ma non bastano.
Se vogliamo garantire a noi stessi e ai nostri figli un futuro migliore, gli slogan che esaltano i valori “italici” sono del tutto inutili. Occorre studiare e conoscere la storia, l’economia, la geopolitica, per comprendere le tendenze ed essere in grado di intervenire in modo concreto, perché se non possiamo dominare il vento possiamo orientare le vele per andare nella direzione che riteniamo più conveniente per noi. In questo contesto il libro di Stefano Feltri ci offre importanti strumenti per cominciare a navigare.
Ci sono mercati alternativi, come quello cinese o indiano, che non sono ormai più, e da tempo, zone del mondo da sfruttare ma rappresentano potenze da analizzare e con cui intraprendere rapporti diversi.
La transizione ecologica
Uno dei temi centrali del libro riguarda la transizione ecologica, che è necessaria e deve essere gestita, senza negare quello che la scienza dice e ridurre ogni discussione alle piogge o alle temperature che, secondo alcuni, non sarebbero così anomale come gli scienziati vorrebbero farci credere.
Molti sono i settori in cui si stanno avendo cambiamenti rilevanti. Per quanto riguarda le auto elettriche, ad esempio, la Cina ha scelto di sviluppare un mercato di prodotti di massa, al contrario di quanto è avvenuto in occidente dove sono state prodotte auto destinate ai più ricchi, diventate spesso uno status symbol, che solo in pochi si sono potuti permettere. Adesso, che è aumentata la richiesta, ne stanno per arrivare moltissime dalla Cina, di ottima qualità e a basso. L’Europa cerca di correre ai ripari con i dazi, l’Italia ha scelto di difendere i motori a combustione interna e i biocarburanti, piuttosto che sviluppare le condizioni per una produzione di auto elettriche all’interno dello stato.
Anche in merito a tutti i problemi connessi alla globalizzazione, ci sarebbe bisogno di maggiore attenzione.
Sempre riguardo alla Cina, mentre molti paesi analizzando seriamente, e da anni, come gestirne l’ascesa economica e politica, l'Italia ha prima aderito, nel 2019, alla Via della Seta, nella speranza di aumentare le esportazioni e guadagnare con i porti, ma poi ne è uscita nel 2023 senza una motivazione argomentata, circostanza che dimostra una mancanza di visione prospettica.
L’AI come opportunità
Tra i tanti fenomeni di cui si occupa Stefano Feltri nel suo libro, incluse le criptovalute, il primo con cui apre il suo saggio riguarda proprio l’intelligenza artificiale.
Questa nuova tecnologia è presentata come una grande opportunità che può aprire nuove possibilità dal punto di vista sociale ed economico. Tra i catastrofisti che la presentano come una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità e prevedono enormi perdite di posti di lavoro e gli entusiasti ottimisti che la vedono come la soluzione di ogni problema, è bene trovare una via di mezzo.
L’intelligenza artificiale è uno strumento, alla base di applicazioni che spaziano nei più diversi settori e questo consente a chiunque di potere sviluppare competenze specifiche per controllare, gestire e implementare nuovi sistemi.
L’intelligenza artificiale è stata paragonata all’invenzione dell’elettricità che, certamente, avrà fatto fallire i produttori di candele o di lampade a olio, ma ha permeato di nuova linfa interi settori, aprendo scenari prima inimmaginabili.
Il vero problema, anche se non del tutto nuovo, è quello del dominio di questa tecnologia, anche a livello economico e, non a caso, Stefano Feltri si chiede chi è che comanda davvero.
L’intelligenza artificiale è nelle mani di pochissime società, direi meno di dieci, che hanno fatturati che superano il PIL di molti stati e che possono scegliere non solo come sviluppare la propria tecnologia, ma anche a chi fornirla e a quali condizioni, mantenendo il controllo sui dati immessi dagli utenti in fase di “prompting”, quando interrogano i sistemi.
Questi temi sono centrali e devono essere gestiti con competenza e lungimiranza.
Reagire in modo ottuso, difendendo il passato, regolando e impedendo una diffusione, se pure regolamentata, dell’intelligenza artificiale potrebbe essere un grave errore.
È oggi più che mai importante analizzare in modo oggettivo cosa sta accadendo intorno a noi e guardare a chi ha idee diverse e più avanzate, quanto meno come stimolo per correggere la rotta.
Mentre il resto del mondo riconfigura le politiche industriali, non si può sopportare di vedere ridurre il dibattito sull’intelligenza artificiale alla superiorità dell’uomo, che vuol dire tutto e non vuol dire niente, o quello sulla transizione ecologica a discussioni sul clima estivo e il freddo invernale.
Se vogliamo un futuro migliore, la prima cosa da fare è di non bendarci gli occhi per non vedere ciò che potrebbe non piacerci o che ci obbligherebbe ad uscire dalla nostra pigrizia mentale.
In questo senso, tutte le rivoluzioni che rischiamo di perderci sono, in realtà, enormi opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire, aprendoci al mondo con spirito creativo e accogliendo i talenti migliori, qualsiasi sia la loro nazionalità.
Grazie per aver letto LISP!
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Il mio libro
È uscito il mio nuovo libro “A chi spettano i diritti sulle opere dell’intelligenza artificiale”, edito da Maggioli Editore.